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I verbi pronominali - cosa sono? Oggi vorrei parlare dei verbi pronominali perché fanno grande parte della lingua italiana parlata. Se uno studia l'italiano, deve essere capace ad usare i verbi pronominali. Questa immagine è l'esempio molto bello che potrà succedere nel discorso. Ma cosa sono? Allora, i verbi pronominali sono quei verbi coniugati insieme a una o due particelle pronominali (ci, ne, la, le ecc), queste particelle non hanno alcun significato in sé, ma danno al verbo un senso leggermente o completamente diverso. Faccio un esempio: c'è un verbo PRENDERE che usiamo molto nel caso - Ho preso il libro che mi avevi chiesto. Un altro è PRENDERSI (il significato: litigare ) - Si è preso un po' col fratello. Il terzo è PRENDERSELA (significa offendersi ) - Me la sono presa per il tuo comportamento.  Ovviamente nei tutti casi i significati sono differenti che si cambiano a causa delle particelle. Ecco sono alcuni tra i verbi più frequenti: cavars

DA DOVE VENGONO I COGNOMI RUSSI?

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#grammaticarussa #ilperche #lingua_russa #cognomi Oggi mi è venuta in mente una cosa di cui mi hanno chiesto gli italiani - "Perchè i cognomi russi finiscono sempre con - " -ova, -eva, -ov, -ev " ecc.?" Tutto dipende dalla formazione dei nomi. Faccio un esempio, c'è il nome russo, molto famoso " Ivan ", poi c'è il cognome "Ivan ov ". Vediamo che appare il suffisso -ov . Perchè? Perchè secondo le regole della lingua russa dobbiamo fare una domanda " di chi è Ivan? " così si definisce il caso ( padezh , rus.). In questo caso usiamo il suffisso -ov/ev oppure -ova/eva a seconda del genere. Però non è l'unico modo della formazione dei cognomi russi. nome: Ivan - cognome:                     Ivan ov (maschile), Ivan ova (femminile), nome: Afanasij - cognome:                     Afanas' ev (maschile), Afanas' eva (femminile). Alcuni derivano dal nome dell'animale - Medved' (l'orso) - Med

Vai a quel paese!

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Livello: intermedio Non è un'espressione bella per cominciare il post ma anche è utile nella vita quotidiana. Avete mai sentito "vai a quel paese!" ? Spero che non sia stato detto proprio a voi. Quindi mandare qualcuno "a quel paese" significa interrompere la comunicazione e dimostrare il disprezzo nei confronti di chi riceve questa espressione . Ma che significa "quel paese"? Dov'è? "Quel paese" è un'altra dimensione, non c'è sulla mappa geografica, è la terra dei morti cioè l'inferno . Quindi quando mandiamo una persona "a quel paese" la auguriamo la morte.

Piuttosto che..

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Ed eccomi qua di nuovo, dopo il lungo intervallo. Sul web ho trovato un video interessante e insolito della pubblicità che mi ha fatto venir la voglia di comprare quel libro. Allora, eccolo: Piuttosto che. In aprile di 2013 in Italia raccoglievano le firme per fermare l'analfabetismo nell'uso di " piuttosto che " invece di " o/oppure ". Due professori ne sono stati ispirati e hanno pubblicato il libro " Piuttosto che: le cose da non dire, gli errori da non fare ".

Di che colore è un film poliziesco?

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Ieri dopo una lezione d'italiano privata, mentre discutevamo i generi dei film abbiamo incontrato una parola " il giallo " e, certamente lo studente mi ha chiesto: "Perchè si chiama come il colore?". Io, però, non ho trovato la spiegazione subito e ho deciso di cercarla su Internet. "Il termine “giallo” attribuito ai romanzi che trattassero argomenti polizieschi e delinquenziali nacque in Italia nel 1929: fu l’editore Arnoldo Mondadori a lanciare sul mercato una nuova collana, molto popolare, che si poteva acquistare non solo in libreria ma anche in edicola: per distinguerla dagli altri libri, fu caratterizzata proprio da una copertina color giallo vivo. Il Giallo doveva e deve seguire una struttura semplice ma scandita da norme classiche: da leggere assolutamente, a questo proposito, le 20 Regole scritte da S.S. Van Dine (1888 - 1939), proprio l’autore del primo giallo Mondadori. La base della narrazione è elementare ma rigorosa: ci deve essere un d

Gesti italiani come una parte della cultura.

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Mentre cercavo qualche materiale per una lezione di domani, ho pensato che sarebbe interessante di parlare un po’ della cultura italiana, proprio di un modo d’impressione. Comunque, l’ho trovato. Secondo me, è una delle caratteristiche principali italiane quelle che mettono in evidenza la lingua e la cultura in generale. Dico dei gesti degli italiani. Ho trovato un sacco del materiale su questo tema – gli opinioni, le immagini, le spiegazioni, le tesine ecc. Quello che mi è venuto in mente per la prima volta è che dopo il ritorno da Roma con tutti i souvenir ed emozioni, avevo portato  anche un po’ dei gesti che uso fino ad oggi. Questa particolarità della cultura italiana non si può esser dimenticata affatto se sei appassionato di belpaese.  Quindi oltre le immagini e i video con le spiegazioni dei gesti, ho trovato un altro video della scuola  Scudit  a Roma.  Click!  

Fico: la frutta e la parola.

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Oggi vorrei scrivere un po' dell'origine delle parole italiane e analizzare il rapporto tra i modi di dire russi e italiani. Parlo proprio della parola " fico ".  Quello che mi dà il dizionario su  corriere.it  oltre al significato diretto:   fico 2   [fì-co]   region. figo agg., s.  ( pl.m.   -chi ,  f.   -che ) •  agg.   Nel gergo giovanile , di persona o cosa, che segue perfettamente i dettami della moda del momento:  che f. quel vestito! ; di bell'aspetto, affascinante •  s.m.  ( f.   -ca )  Nel l. giovanile , persona molto affascinante, attraente:  il tuo amico è un gran f.  •  dim.   fichetto In gergo giovanile russo si usa la stessa parola però in un altro modo [ fig hnjà] che vuol dire " cavolata ", [nà fig ] - " perchè, a che serve " ecc. In tutte queste parole la radice è la stessa sia in italiano sia in russo. Fin da qui derivano i modi di dire in italiano - fare fico; non me n'importa un fico ecc.  E'